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La regola dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è: “Alcol? Meno è meglio!” Questo in generale per tutti, ragazzi e non. In particolare, il consumo di alcol in età adolescenziale è considerato pericoloso.

L’alcol è una sostanza psicoattiva, cioè in grado di modificare il funzionamento del nostro cervello e quindi la nostra percezione della realtà. Sul sistema nervoso centrale altera la capacità di concentrazione, l’equilibrio e la deambulazione.

Assunto in modeste quantità può provocare una reazione euforica, ma all’aumentare della dose subentra confusione, ansia, allucinazioni e sonnolenza. Sul sistema digerente irrita e ulcera le cellule che rivestono le pareti di stomaco e intestino. Danneggia in modo particolare il fegato, organo già di per sé poco funzionante in alcuni malati di fibrosi cistica (c’è epatopatia da Fibrosi Cistica in almeno il 5% dei malati, ma qualche disfunzione epatica può trovarsi anche con più frequenza). Nelle forme di FC in cui il pancreas funziona, l’alcol può provocarne una seria infiammazione (pancreatite etilica), in grado di portare all’insufficienza pancreatica. Può determinare effetti anche sullo stomaco (gastrite), sul cuore (tachicardia e altre aritmie). E naturalmente l’alcol esercita sul sistema nervoso l’effetto di qualsiasi droga: dipendenza fisica e psicologica.

L’alcool inoltre interagisce con alcuni farmaci quali: antistaminici, paracetamolo, alcuni antibiotici e antifungini, sedativi, antidepressivi, ansiolitici.

Un recente studio americano, che ha incluso 100 giovani di età compresa tra 9 e 18 anni, ha evidenziato come, anche tra i giovani che presentano malattie croniche quali diabete, asma o fibrosi cistica, la sostanza più consumata dagli adolescenti sia proprio l’alcol con un impatto molto negativo sulla salute.

I risultati di questo sondaggio hanno evidenziato che più di 1 ragazzo su 3, nella fascia d’età delle scuole superiori, ha consumato regolarmente alcolici nell’ultimo anno e che più di 1 su 10 ha avuto un consumo eccessivo di alcolici per più giorni senza fermarsi, una pratica nota in inglese con il termine di binge drinking. È stato riscontrato dai ricercatori che tra i ragazzi che dichiaravano di essere abituali consumatori di alcolici, più di 1 su 3 aveva “talvolta”, “spesso” o addirittura “sempre” dimenticato di assumere i farmaci e che la probabilità di dimenticare di seguire la propria terapia è quasi due volte maggiore di quella che si osserva tra quelli che dichiaravano di non consumare alcolici.

Nei giovani il consumo frequente di alcol aumenta il rischio che non assumano nel modo corretto i farmaci prescritti per la cura delle loro malattie, mettendo così in pericolo la propria salute.

L’alcol può esporre a forti rischi anche in seguito ad un singolo episodio di consumo, spesso erroneamente valutato come moderato e quindi non è facile rispondere a questa domanda.

Un uso moderato di alcol quando si è in compagnia o a tavola è consentito ma tieni presente tutte le indicazioni sin qui condivise.

Fonti

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