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Fumare, anche una sigaretta ogni tanto, è un vero autogol. Scopriamo i perché dal punto di vista medico. 

“Sigaretta?” “No grazie!”. Ecco, la risposta corretta all’insidiosa tentazione. Tanto corretta, quanto mai scontata. “Cosa mi farà mai una sigaretta? Mica prendo il vizio”. Così, ci si trova a essere fumatori e non si sa neanche per quale motivo. Forse per condividere un momento di “gruppo” con gli amici, come consolazione dopo una giornata faticosa, per sentirsi grandi e, soprattutto, uguali a tutti gli altri.

Bisogna imparare a ripeterselo. Toglie libertà, toglie indipendenza e, ancora più importante, toglie salute.

Che il fumo faccia male “ai polmoni” è cosa nota ormai a tutti quanti. E pensare che negli anni Sessanta si era diffusa la convinzione che il fumo di sigaretta avesse proprietà curative! Nei decenni successivi, il fumo di sigaretta è invece “diventato” di gran lunga la prima causa di tumori al polmone, oltre a essere responsabile dello sviluppo di malattie polmonari croniche non tumorali, quali la BPCO (bronco pneumopatia cronica ostruttiva), che affliggono milioni e milioni di anziani, portando invalidità e complicanze molto severe. Inoltre, molte altre malattie non-polmonari sono connesse al vizio del fumo, sui cui effetti negativi ormai nessuno pone più alcun dubbio.

La FC è già di per sé una BPCO a sviluppo progressivo ed è stato riportato come il fumo di sigaretta, oltre a rallentare il ritmo delle ciglia, indispensabili per favorire il drenaggio delle secrezioni bronchiali, abbia anche effetti negativi specifici sulla funzione stessa di CFTR. Tale azione deleteria si esercita non solo a livello polmonare, ma anche a livello di altri apparati colpiti dalla FC, quali il pancreas (maggior rischio di pancreatiti, peggior controllo del diabete), la sfera riproduttiva (in particolare nel maschio) e lo stato nutrizionale.

Riguardo all’effetto su CFTR, è interessante sottolineare come i valori di cloro al test del sudore in persone sane fumatrici sia sensibilmente più elevato (29.45 ± 13.90 mEq) rispetto a quello di soggetti sani della stessa età (14.5 ± 7.77 mEq). Questo ci dice come il fumo abbia un effetto sulla funzione di CFTR anche al di fuori del polmone.

Potremmo dire che in buona sostanza il fumo abbia un effetto esattamente “inverso” rispetto a quello dei modulatori della CFTR, andando a compromettere ulteriormente la buona funzione della proteina stessa.

Ecco perché fumare è per tutti gli individui da considerarsi, se vogliamo usare una metafora calcistica, un vero e proprio autogoal!

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