DIETISTA, A.O.U. “FEDERICO II” (NAPOLI)
Quando gli integratori orarli non sono sufficienti si può ricorrere alla nutrizione artificiale. In cosa consiste? Che differenza c’è tra nutrizione enterale e parenterale?
Se gli interventi orali, dei quali abbiamo parlato precedentemente, non danno i risultati sperati, i medici iniziano a pensare alla nutrizione artificiale, soprattutto quando la crescita e lo stato nutrizionale non sono soddisfacenti.
La nutrizione artificiale permette, attraverso diverse metodiche, la nutrizione in pazienti che non sono in grado di alimentarsi per via orale o che non riescono ad assumere un adeguato apporto nutritivo.
In base alle vie di somministrazione distinguiamo la nutrizione enterale (con somministrazione di nutrienti direttamente nell’apparato digerente) e la nutrizione parenterale (che oltrepassa le vie digestive e prevede il trasferimento nella circolazione sanguigna di miscele nutritive, utilizzando cateteri venosi); tra le due si utilizza maggiormente l’enterale, proprio perché è considerata più fisiologica in quanto mantiene attive le funzioni digestive e di assorbimento, continuando ad utilizzare l’apparato intestinale.
La nutrizione parenterale viene utilizzata come supporto di breve durata e quando ci sono problemi all’apparato gastroenterico, come dopo un intervento di chirurgia maggiore.
Per la nutrizione enterale le principali vie di somministrazione sono tramite sondini nasogastrici o gastrostomie, che sono localizzati per via percutanea mediante posizionamento endoscopico (PEG).
Il sondino nasogastrico solitamente è consigliato per una nutrizione di supporto che sia di breve durata, magari durante una riacutizzazione respiratoria o per favorire un incremento del peso corporeo. Se questo non è ben tollerato oppure se il supporto è previsto per un lungo periodo può essere valutato il posizionamento di una gastrostomia.
La nutrizione può essere effettuata durante la notte in maniera continua o a boli durante il giorno, anche se è preferibile effettuarla durante la notte così da integrarla con le calorie assunte durante il giorno.
È necessario un periodo iniziale di addestramento per la gestione della nutrizione enterale ma successivamente il paziente diventa abile a gestirla da solo al proprio domicilio.
Le formule utilizzate e i tempi di durata della nutrizione devono essere adeguati e stabiliti in base al paziente: possono essere utilizzate formule elementari che sono costituite da nutrienti già pronti per l’assorbimento e solitamente hanno un basso contenuto di grassi e quindi una minore densità calorica o formule polimeriche che contengono principi nutritivi facilmente digeribili, tutti o quasi tutti, in forma complessa.
È importante la somministrazione di enzimi che dipende dalla formula utilizzata e dalla velocità di infusione. Gli enzimi vanno assunti per via orale e devono essere assunti quando si inizia l’infusione, alla fine e durante, ma solo se ci si sveglia durante la notte.
Pertanto la nutrizione artificiale è un prezioso alleato, che ci aiuta a mantenere uno stato nutrizionale ottimale e può essere utilizzato come supporto per un periodo breve o anche lungo, con lo scopo di favorire un recupero del peso e limitare i problemi legati alla malnutrizione.