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Circa l’85% dei pazienti con Fibrosi Cistica presenta insufficienza pancreatica. Ma cosa vuol dire?

Come abbiamo visto, l’assunzione di enzimi pancreateci ha un ruolo chiave per chi ha insufficienza pancreatica, una patologia frequente in chi ha la FC.

Il malassorbimento legato all’insufficienza pancreatica contribuisce alle carenze nutrizionali a causa di un “aumento delle perdite”.

I segni clinici che fanno sospettare l’insufficienza pancreatica includono feci grasse e scarso aumento di peso. Dato che i grassi nella dieta del paziente con FC rappresentano circa il 40% delle calorie totali, è facile intuire quanto la perdita di questi abbia un effetto importante sullo stato nutrizionale.

Per farne diagnosi, i medici ricercano l’elastasi-1 fecale, che è un enzima normalmente prodotto dal pancreas (deputato all’assorbimento delle proteine, ndr).

Per stabilire il grado di insufficienza pancreatica e, quindi, decidere la giusta dose di enzimi, è necessario quantificare la perdita di grassi con le feci. Tale procedura può essere ottenuta analizzando le feci raccolte in un’unica volta, con lo steatocrito, oppure una raccolta di 72 ore. In entrambi i casi è utile scrivere un diario alimentare dettagliato.

Con questi dati e con l’aiuto di un dietista, è possibile stabilire quante unità di enzimi bisogna assumere.

Gli enzimi, sotto forma di capsule, vanno assunti a tutti i pasti, per bocca, al momento dell’introduzione di cibi. La loro somministrazione è fondamentale per mantenere un adeguato stato nutrizionale. Una scarsa quantità di enzimi causa una perdita di grassi con le feci ed un calo del peso corporeo, mentre un eccesso di enzimi può dare stitichezza e dolori addominali.

Il monitoraggio della crescita e/o dello stato nutrizionale e l’analisi dei grassi fecali, saranno necessari per determinare l’adeguatezza della terapia nel tempo.

Ci sono alcuni alimenti che non necessitano dell’assunzione di enzimi, come la frutta, i succhi di frutta, le bevande zuccherate, il miele, le marmellate e lo zucchero.

Non assumere sporadicamente gli enzimi non porta conseguenze importanti, ma se questo cattivo atteggiamento si ripete, si corrono dei rischi. Si può perdere peso e impoverire l’organismo di sostanze necessarie per la crescita.

Nella fase adolescenziale, la negazione, il rifiuto del trattamento e la scarsa aderenza all’assunzione di farmaci ed integratori sono frequenti. Il compromesso è quindi essenziale per ridurre al minimo le conseguenze sia sullo stato nutrizionale che sulla salute.

Nei casi più gravi si può andare incontro a fenomeni di ostruzione intestinale causata dalla contemporanea presenza di cibi poco digeriti e di muco intestinale denso, i quali possono bloccare il normale transito intestinale causando dolore, gonfiore addominale e difficoltà a scaricarsi.

Fonti

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