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Il saturimetro è uno strumento che tutti i pazienti FC conoscono molto bene

Si tratta di un apparecchio, il più delle volte portatile o comunque trasportabile, che consente di rilevare in maniera immediata la saturazione e la frequenza cardiaca mediante un piccolo sensore applicabile alle estremità (solitamente al dito di una mano).

La saturazione di ossigeno è un numero che corrisponde alla percentuale dell’emoglobina legata all’ossigeno nel sangue arterioso.

I suoi valori normali sono compresi tra il 95% e il 100% in un soggetto sano, ma possono variare anche significativamente in base al momento in cui viene misurata o all’eventuale presenza di condizioni patologiche a carico degli apparati respiratorio e cardiovascolare.

Nell’ambito di tutte le visite, ambulatoriali o in regime di ricovero, cui il paziente FC viene sottoposto, si registra il valore della saturazione, al fine di riscontrare eventuali condizioni di ipossiemia, ovvero di concentrazioni di ossigeno deficitarie nel sangue del soggetto.

Questo può accadere in maniera acuta, per esempio in corso di un’esacerbazione infettiva o in una condizione di broncospasmo, oppure essere risultato di una condizione cronica di insufficienza respiratoria, come avviene in uno stadio avanzato di malattia.

Verrebbe spontaneo pensare che vi sia una corrispondenza diretta tra spirometria e saturimetria, ma non sempre è così; si tratta infatti di due valori che misurano aspetti differenti della respirazione e non è raro riscontrare nello stesso paziente valori spirometrici scadenti, ma saturazioni del tutto normali.

 

Sappiamo bene quanto nel paziente FC sia importante l’attività fisica aerobica regolare e costante; la pratica di alcuni sport impegnativi, come ad esempio la corsa, possono portare ad un calo della saturazione anche al di sotto dei valori minimi di normalità in pazienti con patologia polmonare. È importante quindi monitorare tale aspetto con test di tolleranza allo sforzo, al fine di valutare la necessità di somministrare ossigeno durante l’attività fisica, in particolare in pazienti in avanzato stadio di patologia.

Altro momento che può correlarsi a diminuzioni anche significative della saturazione dell’ossigeno è il sonno, in particolare nelle sue fasi più profonde. Non è raro infatti che, vuoi per cause ostruttive, vuoi per una condizione di pneumopatia avanzata, un paziente che in veglia presenta valori saturimetrici del tutto normali, durante la notte sviluppi desaturazioni più o meno durature. Il monitoraggio della saturazione notturna, che può essere effettuato anche a domicilio con appositi apparecchi, rappresenta l’esame di prima scelta per diagnosticare e quantificare questo tipo di problematiche.

 

Tale esame può prevedere anche uno studio più completo della struttura del sonno (polisonnografia) con individuazione di eventuali apnee e loro caratterizzazione. Esistono inoltre saturimetri speciali che consentono di misurare anche i valori di anidride carbonica nel sangue (capnometria), i quali possono essere elevati in soggetti affetti da insufficienza respiratoria avanzata.

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