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“Fa’ che il tuo cibo sia la tua medicina e la tua medicina il cibo”. Già nel 400 a.C. il padre dell’odierna medicina, Ippocrate, recitava queste parole per dimostrare come la qualità della nostra alimentazione giochi un ruolo essenziale per il benessere psicofisico dell’individuo.

La medicina e la scienza confermano ciò che anticamente già si sapeva sull’alimentazione, ovvero che gli alimenti che quotidianamente assumiamo attraverso la dieta influenzano in modo diretto il nostro corpo oltre il nostro benessere. Un’alimentazione corretta ed equilibrata è essenziale per il mantenimento dello stato di salute e lo stato di salute è strettamente correlato all’alimentazione.

Con il termine “dieta”, dal greco dìaita, stile di vita, si intende un’alimentazione corretta, sana, soprattutto equilibrata, ovvero contenente tutte le sostanze nutritive, nelle giuste dosi e senza eccessi. Ciò che deve essere soddisfatto non sono solo le esigenze fisiologiche dell’organismo, ma anche gli aspetti psicologici e relazionali attraverso l’appagamento dei sensi e il rispetto delle tradizioni familiari e sociali.

Il periodo dell’adolescenza, invece, vede il graduale allentamento del legame con le abitudini alimentari della famiglia e di queste ne rimane una “memoria storica”, I ragazzi crescendo portano con sé un bagaglio di informazioni, di consigli, di abitudini, di responsabilità e con questa “valigetta degli attrezzi” si affacceranno al mondo, ai pranzi fuori casa, alle gite scolastiche, alle vacanze estive con gli amici o ad un viaggio-studio. 

A seconda della struttura di personalità, dei rapporti familiari e del grado di autonomia raggiunto, i giovani decideranno se far tesoro delle “vecchie” abitudini familiari oppure ribellarsi ad esse e allontanarsene, costruendone altre nuove che siano più rispondenti alle proprie necessità ed esigenze.

La crescente autonomia, la maggior partecipazione alla vita sociale e la presenza di impegni sportivi o di attività extrascolastiche hanno un grande impatto sull’assunzione del cibo. La prima colazione è spesso trascurata o addirittura omessa. Gli orari dei pasti, poi, sono irregolari a causa dei numerosi impegni.

Per le ragazze non mangiare a pranzo generalmente è considerato come un modo per controllare il peso e le diete seguite possono essere spesso bizzarre e squilibrate. È importante sapere che eventuali regimi dietetici miracolosi e stravaganti sono estremamente pericolosi perché possono esporre a gravi carenze nutrizionali, soprattutto in un organismo che sta completando la propria maturazione, e provocare danni spesso irreversibili.

Se hai dubbi, esigenze o problemi rivolgiti a professionisti del settore, al tuo medico nutrizionista, alla dietista, per avere indicazioni affidabili e specifiche per la tua alimentazione che deve essere adeguata alle reali esigenze individuali e non può essere uguale per tutti. Meglio non fidarsi e non affidarsi al passaparola o a quello che hai letto su qualche pagina web o social.

Per chi è affetto da Fibrosi Cistica l’apporto calorico raccomandato deve essere maggiore rispetto a quello consigliato per la popolazione generale, ma il trattamento va sempre personalizzato e bisogna tenere conto di età, peso, sesso, attività fisica, condizioni di salute e abitudini alimentari di ogni persona.

A volte, pur mangiando ed alimentandosi in maniera adeguata, l’apporto nutrizionale non è sufficiente a mantenere un peso concordato con i curanti. In questi casi lo specialista può proporre e prescrive integratori o pasti aggiuntivi; queste nuove abitudini alimentari possono essere impegnative, frustranti, difficili da mettere in pratica soprattutto se per molte ore si è fuori casa.  

È sempre opportuno condividere le difficoltà del quotidiano con chi si prende cura della vostra salute: se una proposta non è condivisa e pensata insieme ha ottime probabilità di non venir mai messa in pratica e gli obiettivi saranno difficili se non impossibili da raggiungere.

Vi sono altre situazioni in cui, per motivi di salute, si può decidere di far affidamento a misure medicalizzate, quali la nutrizione enterale o parenterale. Si chiamano supporti nutrizionali. È importante innanzitutto ricordare che quando ciò avviene la scelta viene meditata e calmierata in base alla singola situazione, oltre che utilizzata per il tempo necessario, non rappresentando la scelta d’elezione. Quando si decide di ricorrere a strategie terapeutiche più invasive, sia per incrementare il peso sia per mantenerlo, è importante sottolineare quale aspetto ciò abbia sul vissuto corporeo, sull’accettazione di tale supporto da un punto di vista psicologico. Per tutti i giovani l’aspetto fisico, dunque il proprio corpo, diviene un biglietto da visita ed i vari modi per alterarlo (tatuaggi, piercing) sono delle scelte, sono segni di appartenenza. Quando invece una certa “alterazione” viene subìta, come un catetere venoso centrale o una gastrostomia endoscopica percutanea, il significato cambia e quel dettaglio riporta il pensiero alla propria malattia e dunque ad una vulnerabilità, ad una fragilità.

Potrà essere utile in queste situazioni potersi incontrare, congiuntamente e/o separatamente, con i diversi operatori sanitari del Centro, nello specifico con il nutrizionista, il dietista e lo psicologo, al fine di massimizzare i benefici dell’intervento, minimizzando il più possibile il disagio. 

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