I benefici di una nuova cura, l’impatto positivo dell’attività fisica sul corpo e sulla mente, il ruolo prezioso del caregiver: sono solo alcuni degli aspetti che la ricerca consente di studiare e comprendere meglio, restituendo risultati concreti e innegabili alle persone. Basta guardare al passato: dagli anni ’40-’50, quando la Fibrosi Cistica venne descritta per la prima volta, a oggi, le prospettive di vita sono raddoppiate e le cure sono diventate sempre più mirate e personalizzate. Eppure, nonostante i progressi, esistono ancora resistenze a partecipare agli studi clinici, spesso per paura o timore di effetti sconosciuti.
Eppure, senza ricerca non c’è futuro. Per sviluppare uno studio clinico è indispensabile la partecipazione volontaria delle persone. Ma cosa significa, in concreto, aderire a un progetto scientifico? Significa compiere un atto di grande generosità verso se stessi e verso gli altri. Significa diventare parte attiva di un percorso condiviso con i ricercatori, con un obiettivo che va oltre il presente: rendere disponibili cure sempre più efficaci per chi vive oggi e per chi vivrà domani con la Fibrosi Cistica.
Qualche suggerimento
Prima di aderire a uno studio clinico c’è un passaggio fondamentale: il Consenso informato. Non si tratta di una semplice firma, ma di un vero e proprio processo che mette la persona nella condizione di capire, scegliere e mantenere consapevolezza per tutta la durata dello studio, fino alla sua conclusione. Come stabilito dal Regolamento Europeo, le informazioni devono essere fornite durante un colloquio preliminare con un membro del gruppo di sperimentazione e deve essere concesso un tempo adeguato per riflettere sulla decisione di partecipare.
Il consenso informato deve permettere di comprendere lo studio in ogni suo aspetto: obiettivi, benefici attesi, possibili rischi, inconvenienti e implicazioni. Se qualcosa non è chiaro, è importante chiedere spiegazioni senza esitazioni. Diversi studi hanno dimostrato che i documenti di consenso non sono sempre facilmente comprensibili e che le risposte durante i colloqui non risultano sempre esaustive: per questo è essenziale fare tutte le domande necessarie.
Chi non si sente convinto non è obbligato a partecipare e ha sempre il diritto di ritirarsi in qualsiasi momento, senza subire alcuna conseguenza. Allo stesso tempo, chi aderisce a uno studio clinico è tutelato dal Comitato Etico, un organismo indipendente che vigila e garantisce il rispetto dei diritti, la sicurezza e il benessere dei partecipanti.
Fonti
- J. S. Ostrenga et All. Aging with CF: Characteristics of people with CF aged 40 and older in the United States, J Cyst Fibros. 2025 Jan. 24
- AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, Centro di Coordinamento Nazionale dei Comitati Etici, 2020 Linee di indirizzo per la raccolta del consenso informato alla partecipazione a sperimentazioni cliniche
- Lorell BH, Mikita S, Anderson A, Hallinan ZP and Forrest A. Informed consent in clinical research: Consensus recommendations for reform identified by an expert interview panel. Clinical Trials 2015, Vol. 12(6) 692–695.
- Regolamento (UE) n. 536/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, sulla sperimentazione clinica di medicinali per uso umano. e che abroga la direttiva 2001/20/CE. Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea 27 maggio 2014; L-158:1-76.

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