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Grazie ai progressi scientifici, le persone con Fibrosi Cistica vivono di più e con una migliore qualità di vita. Di conseguenza, si sta assistendo anche a un incremento nel mondo lavorativo di chi ha questa malattia e a un aumento degli studi clinici in questo ambito, per la gestione dell’assistenza sanitaria, per una valutazione della funzione lavorativa e per supportare la vita privata, sociale e professionale delle persone con Fibrosi Cistica. Se lo stato di salute lo permette, è possibile svolgere un’attività lavorativa anche a tempo pieno, a patto che il carico di lavoro sia adeguato e che avvenga in contesti idonei e non dannosi per la salute.  

Lo Stato italiano, inoltre, prevede tutele a supporto di chi è costretto a modificare gli impegni lavorativi a causa di un peggioramento della malattia. In base al decreto attuativo del Job Act n.81/2015, la persona ha diritto a mantenere il proprio posto di lavoro e a richiedere e ottenere il passaggio al part-time. 

Col riconoscimento dell’invalidità civile, che avviene per legge dal momento che la Fibrosi Cistica è una malattia invalidante e disabilitante, è possibile, inoltre, beneficiare di agevolazioni in ambito lavorativo e di un supporto al reddito.  

In caso di diminuzione della capacità lavorativa, è possibile richiedere l’assegno ordinario di invalidità, che viene concesso dopo il riconoscimento di una riduzione della capacità lavorativa al di sotto di 1/3. L’importo viene calcolato sulla base dei contributi già versati (almeno cinque anni di versamenti contributivi di cui tre anni nel quinquennio precedente la domanda) e del soddisfacimento dei requisiti richiesti amministrativi e sanitari

L‘assegno ordinario di invalidità decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, ha validità triennale e può essere rinnovato su richiesta. 

Un’altra possibilità che viene offerta è quella di alleggerire il carico lavorativo giornaliero di due ore al giorno oppure mensile con tre giorni al mese. La legge che lo rende fattibile è la 104 del 1992, e il lavoratore che sceglie la formula di due ore giornaliere può mantenere un full-time, con un minore carico di lavoro e lo stipendio pieno

Infine, va ricordato che il lavoratore invalido matura due mesi di contribuzione figurativa in più l’anno, fino a un massimo di cinque anni di contribuzione figurativa utile ai fini del diritto alla pensione e all’anzianità contributiva.  

Fonti

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