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Gestire la self medical-routine quotidiana – fisioterapia, sport, assunzione di farmaci – con gli impegni scolastici non è semplice. Chi ti può aiutare?

Capita a tutti di prendere un brutto voto, non è un dramma, e a volte non è ben chiaro cosa fare subito dopo.

Prima di rimetterti sotto con lo studio, concediti una breve pausa, dedicati a un’attività che ti piace e che ti tenga la mente occupata per un po’, così da caricarti di energia positiva. Può succedere che tu non abbia studiato abbastanza perché non hai avuto tempo, tra situazioni personali, sport o altro, ma se è successo perché non sei riuscito a far fronte agli impegni e alla tua routine quotidiana per la Fibrosi Cistica, vediamo cosa si può fare perché non accada più.

È importante avere degli interlocutori fidati con cui è possibile comunicare in modo confidenziale e aperto e dai quali ottenere tutte le informazioni rilevanti.  In particolare, un riferimento importantissimo è il tuo medico che rappresenta un punto fermo nella tua vita. Inoltre, puoi rivolgerti ai Centri FC dove operano anche altri specialisti, assistenti sociali, fisioterapisti e consulenti alimentari e, se lo ritieni necessario, puoi rivolgerti anche allo psicologo o allo psichiatra.

Anche l’alleanza con i genitori gioca un ruolo importante, tanto che è proprio la famiglia l’ambito relazionale che ti offre maggior soddisfazione e che ti dona un aiuto concreto nella vita di ogni giorno. La famiglia è il centro nevralgico del tuo mondo relazionale e sociale, tutti i componenti possono darti informazione e sostegno.

Sì, gli insegnanti debbono conoscere la FC. Potranno esserti di aiuto, se capiranno i problemi che devi affrontare a scuola (la tosse, le assenze…). Puoi informarli tu, se non l’hai già fatto, o i tuoi genitori. Se necessario, anche il personale del Centro può parlare con gli insegnanti. Senz’altro va comunicato che cos’è la FC, i sintomi che provoca (come la tosse e la necessità di uscire dall’aula per espettorare), e le cure necessarie. In occasione dei ricoveri al Centro o in ospedale, gli insegnanti potranno organizzare un programma personalizzato per lo studio e le esercitazioni, che ti permetterà di rimanere al passo con i tuoi compagni.

Che dire agli altri? Ai compagni di scuola è meglio dire apertamente della malattia e spiegare che la tosse non è contagiosa. Così che anche i compagni, che sanno della FC, possono essere coinvolti nel fornirti aiuto. Possono venirti a trovare, portarti i compiti, ripetere insieme a te.

Sempre che tu non l’abbia già fatto, sarebbe meglio parlarne con una persona così importante, soprattutto quando la relazione da occasionale si fa più stretta. Ad ogni modo, non c’è una regola generale: in alcuni casi sembra utile la gradualità, in altri la franchezza. Può essere molto faticoso nascondere la necessità della fisioterapia, dei controlli in ospedale o più semplicemente reprimere la tosse. In qualche caso poi, l’altro ha già intuito qualcosa, ma è in difficoltà ad affrontare l’argomento, e quindi parlarne è anche un suo bisogno; quando finalmente si riesce a farlo è una “liberazione” per entrambi.

Quindi rimboccati le maniche e ricordati:

La tua carriera scolastica dipende dalle relazioni che instauri coi tuoi insegnanti; l’impatto che hai sugli altri e, soprattutto, quello che “impari”.

Fonti

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