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L’aumento della sopravvivenza e il miglioramento della qualità di vita impongono dei cambiamenti nella gestione della Fibrosi Cistica e questo è valido anche per la dieta.

Negli ultimi anni nel mondo della Fibrosi Cistica ci sono stati molti cambiamenti.

La diagnosi precoce ha permesso una rapida presa in carico del paziente e un intervento anche in campo nutrizionale più tempestivo.

La diagnosi più frequente di forme lievi di malattia e le nuove terapie, hanno migliorato molto l’evoluzione della malattia ed hanno reso possibile un cambio di tendenza.

La malnutrizione è una condizione sempre meno frequente e, i pazienti in sovrappeso o addirittura obesi sono diventati sempre più numerosi.

Nella popolazione generale è noto come il sovrappeso, e soprattutto l’obesità, si associno ad aumentato rischio di diabete, di ipertensione arteriosa e di aumentato contenuto di grassi nel sangue, che sono tutte cause di problemi cardiovascolari, anche gravi. Tutti questi squilibri metabolici compaiono anche nei pazienti con Fibrosi Cistica e quanto possano incidere nell’evoluzione della malattia di base è ancora una questione aperta.

La presenza di pazienti con sovrappeso e/o obesità hanno, come è facile aspettarsi, caratteristiche genetiche, cliniche e anagrafiche che li caratterizzano come pazienti con una forma più lieve della malattia, ma questo non è una regola, perché ne fanno parte anche pazienti con forme più severe.

I pazienti adulti sottopeso rappresentano attualmente una percentuale minima sia rispetto ai pazienti normopeso che sono la maggioranza, sia rispetto ai pazienti in sovrappeso ed obesi che invece sono circa un terzo.

Si potrebbe, quindi affermare che le caratteristiche fenotipiche del paziente con Fibrosi Cistica, per lo meno quelle relative allo stato nutrizionale, stanno cambiando.

Il miglioramento della qualità della vita e tutti i progressi anche farmacologici ottenuti negli anni, hanno permesso che i pazienti con la Fibrosi Cistica potessero essere maggiormente inseriti nel mondo lavorativo, avere una socialità maggiore e viaggiare più frequentemente.

Tutto questo ha portato cambiamenti nelle abitudini alimentari come consumare sempre più pasti fuori casa, aumentare il consumo di cibi confezionati e il ricorso sempre più frequente al fast food, che hanno favorito questo aumento del peso corporeo e l’insorgenza di dislipidemie e ipertensione arteriosa.

Pertanto, le indicazioni nutrizionali fornite dal dietista del Centro di cura saranno sempre personalizzate per tenere conto delle diverse esigenze del paziente e, mirate a correggere e/o prevenire queste condizioni patologiche che predispongono ad un aumento del rischio cardiovascolare.

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