Quante volte ti sei sentito dire “beato te che puoi mangiare quanto vuoi, tanto non ingrassi!” oppure “che fortuna che sei così magro”, o ancora “come sei magro, ma mangi?”.
Sono frasi che sembrano innocue, pronunciate da chi non conosce il vero peso della magrezza del paziente con Fibrosi Cistica, ma possono dimostrarsi pugnalate.
Raggiungere e mantenere il peso forma è un fattore determinante per il benessere del paziente con FC, strettamente correlato all’andamento della malattia, alla progressione e anche alla sopravvivenza. Eppure è così faticoso per i pazienti FC, ad alto rischio di malnutrizione. C’è chi vive la questione del peso corporeo come una lotta continua, iniziata nell’infanzia, che toglie completamente la piacevolezza del mangiare e del cibo, spegnendo sensazioni, gusti e sapori.
Come fare a superare questa difficoltà?
- Perché chi ha la FC è magro?
Innanzitutto, vediamo quali sono i fattori che contribuiscono a rendere così difficile mantenere il peso forma. Alcuni sono intrinseci alla malattia, altri correlati:
- L’insufficienza pancreatica, che se non adeguatamente corretta porta a maldigestione e malassorbimento dei nutrienti;
- L’infezione respiratoria cronica che oltre a favorire uno stato infiammatorio polmonare è causa di un consumo energetico eccessivo legato all’attività muscolare respiratoria per mantenere un’ossigenazione sufficiente (fabbisogno calorico aumentato rispetto ai soggetti sani);
- Le complicanze , come ad esempio la malattia epatica, il diabete, le ostruzioni intestinali che limitano la scelta dei cibi;
- Le terapie: innanzitutto gli enzimi pancreatici che devono essere assunti insieme ai pasti, l’insieme delle terapie respiratorie, comprese la clearance e la fisioterapia che occupano molto tempo durante la giornata e poi alcuni farmaci che possono ridurre l’appetito;
- Le ospedalizzazioni che tra visite ed esami (e anche la qualità della mensa) non rendono semplice riuscire a mangiare correttamente;
- Le riacutizzazioni o in generale le ricadute, perché non è facile per nessuno mangiare quando non si sta bene.
- Come ritrovare il piacere di mangiare
Per non continuare a vivere il BMI e il peso forma come un nemico o un obiettivo troppo lontano da raggiungere, che non fa altro che aggiungere fatica e ansia alle giornate è necessario rimettere un pizzico di piacere e anche divertimento all’alimentazione.
La mindfulness, ovvero la pratica della consapevolezza, è una pratica che può aiutare a risvegliare i sensi, ridurre o addirittura disancorare le sensazioni di ansia e fatica al cibo a discapito di quelle più piacevoli.
La meditazione dell’uva passa, in particolare, è un esercizio semplice, adatto anche a chi non ha dimestichezza con la meditazione e con la mindfulness. È una tecnica di allenamento che aiuta a sviluppare concentrazione e consapevolezza e a migliorare la respirazione profonda e diaframmatica utile per ridurre lo stress e gli stati di ansia.
- Meditazione con l’acino di uva passa
Se non piace o non si può mangiare l’uvetta, puoi scegliere un altro frutto, una nocciola, un pezzetto di cioccolato, quello che si vuole, purché sia qualcosa che piace. Obiettivo di questa pratica è quello di creare un momento di calma e serenità, ma soprattutto andare a stimolare e allenare il piacere di mangiare con consapevolezza.
Pronti per partire?
Riservati 5 minuti di tempo, in un luogo tranquillo dove nessuno e nulla può disturbarti. Spegni il cellulare e prepara 1 o 2 acini di uva passa. Leggi le istruzioni per farti un’idea di quello che dovrai fare; leggile nuovamente se necessario, poi lasciati andare e inizia il tuo percorso di consapevolezza.
Per ogni fase prenditi almeno 20-30 secondi.
Se durante questa fase, dovessero arrivare dei pensieri, non fermarli, semplicemente osservali come osservi le nuvole che attraversano il cielo azzurro. Lasciali andare senza giudicare e riporta la mente all’esperienza che stai vivendo, al qui e ora.
Ti basterà eseguire la pratica una volta, ma potrai ripeterla ogni volta che vuoi, cambiando anche alimento. Immagina di essere un assaggiatore e di tuffarti in un’attività completamente sensoriale.
- 1. Tenere in mano: prendi il chicco d’uva in mano e tienilo nel palmo della mano o tra le dita. Concentrati sul chicco, avvicinalo al tuo sguardo e osservalo come se non l'avessi mai visto prima. Riesci a sentirne il peso nella mano? Cosa vedi? Immagina la sua storia, la sua provenienza. Chi l’avrà raccolto?
- 2. Vedere: datti il tempo per vedere, esplorare, l’uvetta. Immagina di non averne mai vista una. Guardala con grande cura e attenzione. Lascia che i tuoi occhi ne esplorino ogni parte, esaminando i punti in cui risplende la luce, gli incavi più scuri, le pieghe e le grinze e qualsiasi asimmetria o caratteristica unica.
- 3. Toccare: prendi l’acino d’uva tra indice e pollice e rigiralo tra le dita. Esplora e sperimenta la consistenza, anche ad occhi chiusi. Nota se è appiccicoso, liscio. Senti se è molle, se ci sono punti in cui l’acino è più duro.
- 4. Annusare: ora porta l’acino d’uva passa sotto il naso. Quando inspiri, inala qualsiasi odore aroma o fragranza. Cosa senti? Ha un profumo? Se non senti alcun odore o profumo semplicemente prendine atto. Mentre inspiri osserva cosa accade al tuo corpo, allo stomaco, alla bocca.
- 5. Mettere in bocca: ora avvicina lentamente l’acino d’uva alle labbra. Notando come la mano e il braccio sappiano esattamente come e dove collocarlo. Puoi chiudere gli occhi. Posa il chicco delicatamente in bocca, senza masticare. Osserva cosa fa la lingua per ricevere l’uvetta. Esplora le sensazioni che ti dà tenere l’uvetta sulla lingua e porta attenzione alle sensazioni che provi.
- 6. Masticare: quando sei pronto, mordi consapevolmente l’uvetta notando cosa le succede e che effetto ti fa in bocca. Nota ogni sapore che sprigiona. Senti la consistenza, mentre vi affondi i denti. Ora inizia a masticare lentamente, senza inghiottirla. Prendi nota di quello che accade nella tua bocca.
- 7. Ingoiare: quando ti senti pronto per ingoiare l’uvetta, vedi se riesci a percepire l’intenzione di ingoiare nell’istante in cui nasce nella tua mente, così da sperimentare in modo consapevole questa intenzione, prima di procedere. Nota come si comporta la lingua per prepararsi a inghiottire, poi prova a seguire tutte le sensazioni mentre lo fai. Se puoi prova a seguire il chicco che si muove giù, verso lo stomaco. Se non lo inghiotti tutto in una volta, osserva cosa accade alla tua bocca, alla lingua e percepisci tutte le sensazioni. Quando hai inghiottito tutto il chicco d’uva, passa la lingua all’interno della bocca, come a voler pulire il suo interno.
- 8. Seguire le sensazioni: infine, prima di completare la pratica prenditi un momento per prendere consapevolezza della pratica che hai appena eseguito. In bocca è rimasto qualche sapore? Che sensazione ti dà l’assenza di uvetta? Hai voglia di cercarne un’altra? Quali sensazioni di piacere hai provato e in che modo i tuoi sensi hanno reagito all’uvetta?
- Egan H et al. The challenges of eating well for people with cystic fibrosis: an interview study exploring the use of mindful eating approaches and behaviours to support optimal nutritional status. Int J Behav Med 2022 Jan 27. doi: 10.1007/s12529-022-10057-x
- La magrezza in FC: un caso con dubbia diagnosi FC. Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica Onlus. https://www.fibrosicisticaricerca.it/domanda-e-risposta/la-magrezza-fc-un-caso-dubbia-diagnosi-fc/#:~:text=La%20causa%20della%20magrezza%2C%20ma,loro%20entit%C3%A0%2C%20estensione%20e%20durata. ultima data di consultazione 29/9/2022
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