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Questo passaggio da un Centro FC all’altro serve ad aiutare l’adolescente a iniziare una vita produttiva e a raggiungere un’integrazione sociale adeguata nel mondo degli adulti.

Tuttavia, non c’è dubbio che la transizione è un periodo stressante per pazienti e per le famiglie, per alcuni di voi anche solo l’idea di dover cambiare il team di cura e i locali che vi hanno accolto fin da bambini può destabilizzare e sconvolgere la routine di cura.

Il passaggio da un Centro pediatrico a quello adulto desta nei genitori non poche preoccupazioni significative per quanto riguarda la capacità dei loro figli di prendersi cura della propria malattia. Questo è ancora più vero, se la malattia è in uno stato avanzato.

I fattori che possono ritardare il passaggio a un Centro adulto possono essere proprio la resistenza familiare, la gravità della malattia e un ritardo dello sviluppo.

Non esiste l’età giusta per iniziare il processo di transizione ma scuramente iniziare a conoscere e quindi ad interagire con lo staff degli adulti verso i 16 anni sembra essere il modello più utile e più proficuo in termini di fiducia verso il nuovo Centro.

I fisioterapisti di entrambi i Centri sono in continuo contatto sia per scambiarsi programmi, linee guida e sia per condividere informazioni rispetto alla terapia del singolo paziente.

I programmi riabilitativi non cambieranno da Centro a Centro siano essi pediatrici che adulti ma soprattutto sono gli stessi in ogni centro di riferimento dell’Italia.

In conclusione la transizione dovrebbe essere un processo pianificato, coordinato e graduale.

Il processo deve coinvolgere il giovane con la Fibrosi Cistica e la sua famiglia in modo comunicativo.

La cooperazione tra il personale fisioterapico dei Centri per adulti e pediatrici è essenziale per una transizione di successo.

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